foto Massimo PicaSalerno. “La vicenda del Crescent deve diventare occasione per un dibattito politico nazionale a 360° sui temi della trasformazione urbana. Occorre decidere in maniera definitiva se in questo paese la trasformazione urbana è possibile oppure no; se l’Italia deve rimanere un paese mummificato e in declino o entrare nella modernità come altri paesi d’Europa e del Mondo”. E’ con queste parole che il sindaco di Salerno e vice ministro alle Infrastrutture annuncia la pubblicazione sul sito personale e sul portale del Comune di Salerno  dell’avviso di garanzia ricevuto .

La Procura, che ieri ha sequestrato il Crescent, l’imponente struttura a mezzaluna che segna il ventennio deluchiano ha scritto nel registro degli indagati anche il sindaco De Luca che con un costante aggiornamento  di ‘stati’ sui social network si dice “tranquillo”.  Le accuse contestate dai pubblici ministeri Guglielmo Valenti e Rocco Alfano vanno dall’abuso di ufficio e falso in atto pubblico, alla violazione delle norme urbanistiche e paesaggistiche e alla lottizzazione abusiva. Ma al di là delle indagini e delle richieste di proroga che erano state già notificate agli indagati, è il decreto di sequestro firmato dal gip di Salerno, Donatella Mancini, che getta ombre sul bene pubblico che dove perseguire qualsiasi amministrazione pubblica, compresa quella guidata da De Luca.  Scrive il gip: “Non sembra sostenibile che le decisioni del Comune fossero conseguenza di scelte compiute in vista di un interesse pubblico, infatti aver consentito la realizzazione del Crescent senza il rispetto delle procedure, manifesta semmai l’intenzione degli amministratori comunali di assicurare a tutti i costi la realizzazione dell’imponente opera e rende al contempo plausibile l’ipotesi che si volessero beneficiare i privati, sia nel senso di consentire loro di realizzare solo la parte residenziale privata, l’unica effettivamente lucrativa, sia nel senso di abbatterne i costi di realizzazione a scapito della finanza pubblica”.

Sulla questione Crescent arrivano puntuali i sindacati Feneal Uil Campania per salvaguardare i lavoratori: “Il cantiere che sorge sul lungomare del capoluogo campano impiega, fra cantiere e indotto, un centinaio di lavoratori. Un colpo da non sottovalutare per l’economia locale, al quale bisogna porre rimedio velocemente. “Attenzione però – chiarisce subito Ciancio –. Non diamo, e non vogliamo attardarci a dare, un giudizio né sull’operato di chi conduce le indagini da tempo, né su chi ha gestito la procedura che ha poi dato il via libera all’apertura del cantiere. Dare un verdetto, come giusto che sia,
toccherà agli organi competenti”.