RifiutiVivere in una terra universalmente nota ormai come “Terra dei Fuochi” a causa dei continui roghi tossici ed avere l’aliquota della Tares, l’imposta sui rifiuti, tra le più care d’Italia.

E’ il paradosso che sono costretti a sopportare gli abitanti di Napoli dove l’aria è sempre più irrespirabile e la durata della vita una scommessa con il fato. Non va meglio a Salerno dove sebbene l’emergenza sia lontana non la si può senz’altro catalogare come un’isola felice.

Secondo uno studio della Uil a Napoli si pagano in media 485 euro all’anno; è la sesta città con la Tares più cara. Appena un posto in più, al settimo spunta Salerno: 473 euro. In vetta c’è Reggio Calabria (531 euro) poi Cagliari (519 euro), Catania (507), Trapani (502) e Grosseto (486 euro). Facendo qualche paragone con comuni più importanti, a Roma si pagano 335 euro, a Torino 332 euro e a Bari 302.

Se sommiamo gli aumenti della Tares con quelli delle addizionali comunali Irpef – sottolinea Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil – il rischio è non solo di non aver benefici dall’abolizione dell’Imu, ma anche di non avere il sollievo necessario dalle mini detrazioni Irpef stabilite in legge di stabilita. Per questo occorre rivedere alla radice il sistema della fiscalità locale, nell’ambito della riforma più complessiva del fisco, nel segno di maggiore equità e soprattutto della certezza delle procedure e con una vera attenzione al reddito di lavoratori e pensionati”.