unnamedAlbanella. Occhiali da vista tartarugati, completo scuro con dolcevita in tinta e spillino del Rotary club appuntato sulla giacca. Enzo Bagini, segretario cittadino del circolo Pd di Albanella, è un uomo dall’aspetto rassicurante e dall’ironia tagliente. Imprenditore, classe 59’, Bagini ama definirsi ironicamente “un uomo del secolo scorso”.

Lo incontriamo nella redazione del ‘Corriere di Salerno’, dove tra una sbirciatina al mini-ipad e diverse telefonate rifiutate giunte sull’ I-phone, il segretario del Pd traccia un bilancio sull’amministrazione attuale e sui primi giorni di mandato del segretario nazionale Matteo Renzi.

Immobilismo, cooptazione e mancanza assoluta di progettualità sono per Bagini i mali maggiori inoculati nel tessuto sociale del territorio dal sistema di potere posto in essere dal sindaco uscente Giuseppe Capezzuto

“Da oltre dieci anni – esordisce – Albanella vive una condizione di sottosviluppo che la vede incapace di affrontare le sfide della modernità mantenendo il culto della tradizione. Abbiamo un centro storico tra i più belli della zona abbandonato a sé stesso, medesimo discorso va fatto per Matinella; avrebbe dovuto essere il cuore pulsante della comunità con le sue attività commerciali ed invece stenta a decollare.  Il disastro è praticamente sotto gli occhi di tutti”.

Un sindaco spesso criticato per la gestione padronale del potere, l’ultimo episodio è stata la festicciola privata nell’oasi del WWF così come denunciato dal ‘Corriere di Salerno’, eppure molto amato dalla sua gente. Le ragioni per Bagini sono da ricondursi alla suggestione che da sempre produce chi amministra la cosa pubblica.

“Capezzuto e la sua giunta rappresentano il fascino del potere, peccato però che quel potere nel corso degli anni non sia stato in grado di rigenerarsi, l’unico risultato prodotto è stato un culto della cooptazione che ha generato solo fallimenti”.

Una giunta fallimentare ma anche un’opposizione incapace di porre in essere un argine solido alla deriva della maggioranza

“Faccio fatica – dice con un leggero sorriso- ad individuare l’opposizione. Se non ricordo male il dottor Renato Iosca – attualmente capogruppo della minoranza – nella passata legislatura era vicesindaco, caso unico in Italia, non essendo egli neppure stato eletto. Vederlo oggi battersi con tanta veemenza contro l’operato dell’amministrazione desta quanto meno una certa curiosità. In ogni caso un dato è certo: in questi anni non ho visto una sola delibera presentata dalla minoranza in consiglio comunale per essere votata. Ciò è francamente inaccettabile per chi voglia porsi come alternativa all’attuale maggioranza”

Mancanza di trasparenza ed una situazione economica non florida rappresentano per il segretario altri campanelli di allarme da non sottovalutare

“Sul sito web del Comune c’è una sezione intitolata ‘Trasparenza’ peccato però che di trasparente ci sia davvero ben poco, dati confusi o molto più spesso del tutto assenti. Per non parlare poi della situazione economica, il Comune paga circa 400 mila euro di mutuo all’anno retaggio di vecchie amministrazioni che di certo non aiuta a pianificare il futuro con serenità”.

In vista delle prossime elezioni amministrative al momento non c’è nessun nome condiviso con gli altri partiti di centrosinistra. Vige  una sola certezza: il dialogo con tutte le forze politiche disponibili al confronto

“Nonostante rappresentiamo un partito con caratura nazionale non disdegnamo di certo il confronto con tutte le forze in campo. Al momento il nome che proponiamo è quello di Adriano Cammarano. In ogni caso abbiamo avviato una serie di incontri che spero possano portare all’elaborazione di una candidatura condivisa”.

Renzi e la guida nazionale del Pd, per chi è stato un sostenitore di Bersani non è un segretario facile da accettare

“Matteo rappresenta il nuovo ed è figlio del suo tempo, per chi come me appartiene al secolo scorso, non è stato semplice seguirlo, specie all’inizio. Temevo che agli slogan non seguissero i fatti. Ma così per fortuna non è stato”.

Il passato ed il futuro idealmente riuniti in quest’uomo dal linguaggio forbito e dal sarcasmo pungente; l’ultima battuta è un distillato di andreottiana saggezza e simpatetica assonanza con l’attuale temperie:  “Che dice – chiede – con questa intervista ho superato l’esame?” Certo che sì caro segretario; peccato però che gli esami non finiscano mai.

Raffaele de Chiara 

 

 

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