moviola-raiNella graduatoria delle tasse più odiose, il canone Rai si aggiudica la medaglia d’oro continuando ad essere il tributo più insopportabile, odiato dal 46% degli italiani, seguito a lunga distanza dall’Imu (17%), dalla Tarsu  (14%), dal  bollo auto (13%) e perfino dall’Iva ( 10 %).

Gli utenti della tv pubblica, forse stufi di finanziare i diversi protagonisti della Rai che guadagnano milioni di euro sulla pelle delle famiglie, hanno la possibilità ora di disdire il canone Rai, chiedendo il suggellamento dell’apparecchio, cioè dichiarando di non avere più un televisore in casa.

Se la cosa, ovviamente, è veritiera si può inviare un pagamento unico di 5,16 euro con vaglia postale intestato a “Agenzia delle Entrate – Ufficio Torino 1 – Sat Sportello abbonamenti TV – Casella Postale 22 – 10121 Torino”, scrivendo sulla causale di versamento la dicitura: “Intendo far suggellare il mio televisore ed indico il numero del mio abbonamento…”. La richiesta di suggellamento deve essere inviata tramite lettera raccomandata A/R allo stesso indirizzo, o mediante posta certifica per chi ha il Pec.

Non avendo più un televisore, sarà possibile guardare i programmi Tv su PC, tablet o smartphone, che non richiedono il pagamento del canone (per ora).

Nel rinnovo del contratto di servizio che scade nel 2016 con la Rai, il Ministero dello Sviluppo Economico, verso il quale la dirigenza Rai vorrebbe inoltrare ricorso al Tar, deve imporre un cambio di passo  per garantire il servizio pubblico, che è l’informazione e l’intrattenimento. Adusbef è d’accordo con la proposta del vice ministro dello sviluppo economico, Antonio Catricalà, nel distinguere  chiaramente al pubblico, quali sono le trasmissioni finanziate con il canone e quali invece quelle che si reggono sulla raccolta pubblicitaria, mediante un “bollino”.

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