Salerno. Sequestrati beni ai danni dell’ex patron della Salernitana Francesco Rispoli per circa due milioni di euro. L’indagine riguarda il crack della società. Tra gli indagati oltre Rispoli figurano anche Antonio Lombardi, Antonio Loschiavo, Emilio Romaniello, Antonio Melella e Vincenzo Petrillo.
I reati contestati sono riconducibili alla bancarotta fraudolenta, per di più di natura distrattiva, e l’omesso versamento di ingenti tributi IVA.
Ricostruendo le vicende finanziarie della Salernitana, le Fiamme Gialle salernitane, sotto la direzione del P.M. Francesco Rotondo, hanno dimostrato la pessima gestione della società granata, tra cui finanziamenti a titolo di conferimenti di Lombardi in luogo del più prudente strumento dell’aumento di capitale, che hanno contribuito, nel periodo 2008-2011, a costituire un buco debitorio insanabile, il quale – in bilancio – è stato celato con fatture e note di credito emesse nei confronti di società già da anni cessate.
Tale raggiro ha permesso, nell’anno 2010, di indicare un attivo di €. 503.261,00, piuttosto che del reale deficit societario di € 896.739,00.
Sotto il profilo fiscale, in capo alla Salernitana, dato il quadro societario delineato, nelle dichiarazioni presentate, è stato accertato l’omesso versamento dell’Imposta sul Valore Aggiunto per 1.896 mila euro
La quasi totalità dei beni sottoposti a sequestro sono in capo a Lombardi, essendo nota anche la posizione del Rispoli quale “testa di legno”, tra cui un trust, un espediente contrattuale con il quale venivano intestate, cartolarmente, beni e quote societarie del Lombardi ad altri soggetti, la moglie come amministratore e i figli quali beneficiari, in modo da poter eludere eventuali rivalse finanziarie da parte dello Stato.