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Gli italiani preferiscono bere meno vino purchè di qualità. Questo è quanto rivelato da una ricerca condotta dall’IRI per Vinitaly 2014, sul campione delle vendite dello scorso anno. In tempo di crisi, gli amanti del nettare degli dei preferiscono gustare un bicchiere in meno, purchè certi della qualità e della provenienza; in generale scelgono produzioni biologiche.

Nel cuore della crisi economica abbiamo evitato di acquistare vino in brik, prediligendo, se proprio costretti a scegliere un prodotto economico, vini con il marchio del supermercato.

Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere ha dichiarato “nel consumatore esiste una maggiore consapevolezza nella ricerca dei requisiti del prodotto, soprattutto nel rapporto qualità/prezzo. Questo richiede alla grande distribuzione una maggiore attenzione nella proposta”.

Sicuramente nel 2013 è stata registrata una flessione nella vendita del prodotto ma “di fronte alla crisi le imprese hanno incrementato la leva promozionale – ha commentato Alberto Miraglia della Federdistribuzione a Vinitaly- ma oltre non si può andare perché i margini sono già troppo erosi. Cercheremo di diversificare dando attenzione a produzioni come quella  del vino biologico e sviluppando la presenza di piccoli produttori legati al territorio”.

In generale i vini bianchi sono cresciuti molto più dei rossi, così come i frizzanti rispetto i fermi. Nella classifica delle vendite i primi posti spettano al Chianti, Lambrusco, Vermentino, Barbera, mentre tra gli emergenti vi è il sorprendente exploit del Pignoletto e Cannonao. In Campania impazzano il Solopaca, l’Aglianico e il Lambrusco.