Grammophone 2 Tra istinto e razionalità, emozione e logica, poesia e rabbia, i Grammophone dipingono un originale quadro sonoro. La band ebolitana mescola, infatti, all’interno dei propri brani, realtà e fantasia conditi da  un linguaggio articolato carico di tensione, spesso diretto e crudo, in una costante ricerca di nuovi orizzonti.

 A giudicare dal loro primo album ‘Multiverso’ , pubblicato il 12 Ottobre 2013 per  Subcava Sonora, etichetta indipendente napoletana, direi che ci troviamo di fronte ad una formazione giovane, destinata a ribaltare più di un luogo comune. Ad esempio quello del Pop, da sempre criticato da certa stampa settoriale.

Accompagnati da una voce, quella del bassista Felice Calenda,  perennemente alla ricerca di qualcosa eternamente inquieta, a tratti dolce ad altri brusca, sembra  accarezzare gli anfratti del cuore conficcandovi a un tratto le unghie. Quella dei Grammophone è una musica dal taglio languido e nervoso, ma che sa diventare a tratti confidenziale e intimista, e che soprattutto viaggia tra coordinate eterogenee.

Un filo comune potrebbe forse ricercarsi in quella costante inquietudine menzionata poc’anzi, facendo così di ‘Multiverso’ un album nel complesso emozionante in cui brillano piccole gemme del calibro di ‘Parigi’,  ‘Segreto’ o ‘Nell’Incanto’.

E allora ci chiediamo:  Come sarà stato accolto un brano come ‘Botola’, il nuovo singolo e videoclip estratto dal disco,  in vista  della presentazione ufficiale al 75 beat di Milano?

Classico Cavallo di Troia: chi sa cosa ne è venuto fuori ! Per l’occasione lo chiediamo a loro.

 

1378056_563008543774683_1669241723_n‘ Multiverso’ uscito il 12 ottobre, è il vostro primo album, quanto è stato importante per voi?

 “Arriva per noi il momento di portare la propria musica a casa di chi ci segue e di chi ci scopre per caso. L’uscita di Multiverso è un momento importante che segna la fine di un periodo trascorso insieme, ma soprattutto l’inizio di un percorso che continua a stimolarci e a darci voglia di crescere e raggiungere un pubblico sempre più ampio”.

 Come avete iniziato?

 “I Grammophone sono innanzitutto un gruppo di amici, ma l’idea di diventare una band nasce dalla necessità di riunire in un’unica formazione quelle che sono le esperienze acquisite nei percorsi musicali che ognuno di noi ha avuto in

 precedenza. Il tutto ha preso forma al ‘RumoreRosa Studio’ di Eboli, dove sono nati tutti i nostri brani”.

Quali sono le vostre influenze musicali?

 “ Guarda, sono troppe e diverse tra loro”.

Grammophone-1Il vostro è stato definito un genere pop/sperimentale, vi ci riconoscete in questa definizione?

 “Non amiamo molto le definizioni che di solito si danno alla musica, ma stranamente ci ritroviamo in questa”.

Singolare il nome del vostro gruppo, da cosa nasce, perché proprio Grammophone?

 “La storia del nostro nome ha qualcosa di misterioso, semplicemente una mattina arrivando in sala prove Gianni aveva il nome già bello e pronto. Diciamo che si può far risalire alla nostra smisurata passione per tutto ciò che è vintage, così come per ciò che è fonia e suono. Per quel che riguarda ‘Grammo’ è più complicato e magari ne riparliamo quando venite a vederci dal vivo”.

 ‘Northporcellin’ è il primo brano corredato da video, a cosa si ispira il testo della canzone?

 “Northporcellin è l’unico vero testo totalmente ottimista dei Grammophone ed è una lettera scritta ad un figlio che ancora non c’è”.

C’è un nesso con il video, ossia il testo ha un nesso con il video?

 “No, in realtà il video è quasi l’esatto opposto”.

Come mai la scelta di non includerlo nell’album?

“Northporcellin fa parte di una sessione diversa rispetto ai brani contenuti in Multiverso. In particolare è stato registrato al RumoreRosa Studio da Cristian, il nostro tastierista, insieme ad altri 4 brani, mixati poi da Giacomo Fiorenza all’Alpha Dept di Bologna. Sono tutti disponibili gratuitamente in una versione digitale che basta richiedere a noi o alla nostra etichetta, la SubcavaSonora”.

Sbaglio o mi è sembrato di avvertire delle reminescenze musicali, un accostamento ai primi Marlene Kuntz? Oppure è una mia semplice impressione?

 “Non sei la prima persona a fare questo collegamento e a noi non può fare altro che piacere”.

Qual è il motivo per cui avete scelto il copyleft?

 “C’è più di un motivo: le precedenti esperienze negative legate al diritto d’autore e ai metodi adottati dalla SIAE, il non riconoscersi nemmeno lontanamente nelle politiche ‘aziendali’ che ancora oggi continua a perseguire, la nostra etichetta che fa del Copyleft e del Creative Commons uno dei suoi punti fermi, l’idea che la musica in quanto arte abbia bisogno della libera circolazione e fruizione da parte della più ampia utenza possibile. Il mondo della SIAE non ci appartiene e non riusciamo a rivederci al suo interno, quindi è stata una scelta piuttosto ovvia. “

 Cosa vuoi esattamente dire quando in  ‘Parigi’  canti: ‘Non dipende da noi la nostra attesa/ sono tempi in cui l’aria basta a malapena/ L’Italia si inchina’? Sono parole che mi hanno colpito molto, ebbene cosa vuoi esattamente dire con questo testo o meglio da cosa nasce questo testo?

 “Questa parte del testo è rivolta a mia moglie e cerca di giustificare la mia incapacità a porre rimedio alle difficoltà che accomunano la famiglia media italiana”.

 A giudicare dal vostro tour, la vostra  musica viaggia bene anche oltre provincia, com’è l’impatto con l’esterno?

 “E menomale! In queste prime date del tour abbiamo suonato spesso fuori dalle nostre zone e il feedback da parte del pubblico è stato decisamente positivo. È fondamentale per noi avere la possibilità di confrontarci con realtà lontane da quella che viviamo ogni giorno”.

 1463455_575114489230755_401585345_nBotola’ è la IV traccia di ‘Multiverso’, giovedì avete presentato in occasione del concerto al 75 beat di Milano, la versione ufficiale del video, vi va di raccontarci come è andata?

 “A proposito del video siamo colpiti dalla performance di Grammo (l’huskye mascotte del gruppo, presente nel video). Per quel che riguarda il 75beat è un posto straordinario in cui lavora tanta bella gente. Difficilmente ci è capitato di suonare o anche assistere ad un concerto in un posto così ben fatto”.

 Cosa vi sentite di consigliare a chi come voi si sta approcciando a questo mondo, in questa strada?

 “ Fate del disordine la vostra ricchezza”.

 Alessandra Agrello