d305943Un sistema su base proporzionale con collegi territoriali provinciali, doppio turno di coalizione sul modello delle elezioni comunali sopra i 15.000 abitanti, assegnazione di un premio di maggioranza con una soglia di governabilità del 40% dei voti su base nazionale, soglia di sbarramento del 4% a livello nazionale per liste e partiti, voto di preferenza e collegi elettorali sviluppati su base provinciale. Sono questi gli elementi caratterizzanti la proposta di legge elettorale presentata oggi da Simone Valiante, deputato del PD insieme ad altri colleghi (Agostini, Covello, D’Ottavio, Fioroni, Rostan e Tartaglione).

“La proposta – spiega Valiante – mira a superare i problemi che l’attuale legge elettorale presenta e che sono stati sostenuti dal Capo dello Stato e sanzionati dalla Corte Costituzionale. Essa prevede anche norme che favoriscono il rispetto delle pari opportunità con la possibilità di esprimere preferenze di genere alternate e di ottenere pari diritto di rappresentanza nelle liste, il mantenimento del sistema attuale di elezione dei parlamentari nei collegi esteri e la delega al governo per la ripartizione dei seggi in base alla nuova individuazione delle circoscrizioni a livello provinciale, con il contributo di una commissione tecnica e di garanzia presieduta dal presidente dell’istat e composta da esperti e parlamentari.

In questa direzione si compie il nostro atto di responsabilità – conclude Valiante – con una proposta di governabilità, di democraticità e meritocrazia, limitando il potere di scelta dei partiti obbligati ad aggregarsi su un progetto comune e rafforzando il rapporto tra i parlamentari e il territorio”.

Inoltre, per quanto riguarda il disegno di legge sulle Province presentato dal Ministro Delrio, Valiante ha sottoscritto insieme al collega Mauro Guerra un emendamento che aumenta del 20% i consiglieri dei piccoli Comuni.

“L’obiettivo – afferma Valiante – è quello di riportare democrazia nei piccoli comuni ripristinando il numero dei consiglieri nella misura precedente ai tagli che questi enti hanno subito negli ultimi anni, garantendo loro stabilità politica. Ritengo questa norma un doveroso strumento di partecipazione in realtà nelle quali i consiglieri comunali, senza alcuna indennità, svolgono di fatto una funzione sociale al servizio delle comunità”.