20150718_172519Giffoni Valle Piana. Anche quest’anno il Giffoni Experience ha superato ogni più rosea aspettativa dei giovani cinefili: l’arrivo di Mark Ruffalo ha rappresentato, infatti, la classica goccia che fa traboccare il vaso, portando al culmine l’euforia dei giurati, euforia che per alcuni di essi si è tramutata in emozione incontenibile.

Lacrime e sorrisi di commozione hanno contrassegnato, quindi, l’incontro con il celeberrimo attore, regista, produttore cinematografico e sceneggiatore statunitense, che si è mostrato disinvolto e predisposto al dialogo sia con la stampa che con la giuria.

Afferma di sentirsi molto italiano e di non essersi reso conto di quanto lo fosse fino a quanto ha visitato il nostro Paese. Adora la cucina italiana – tra i piatti preferiti la lasagna – e, tra i mostri sacri del cinema, il grande Mastroianni costituisce per la star una fonte di ispirazione.

Spero di riuscire a fare della mia carriera ciò che lui ha fatto con la sua – ha dichiarato – , cioè di riuscire a dare voce a tutte le emozioni dell’essere umano“.

Ad ispirarlo anche Federico Fellini, Lina Wertmuller, Paolo Sorrentino con La Grande bellezza e Il Postino di Michael Radford con protagonista Massimo Troisi. Al di fuori dei confini italiani, suoi idoli sin da bambino Marlon Brando e Jerry  Lewis. 

Attore poliedrico che ama non solo cimentarsi in diversi ruoli, ma anche in diversi ambiti del mondo dello spettacolo. Nasce così la sua esperienza di regista – nel 2010 debutta alla regia con il film Sympathy for Delicious – che gli consente di rapportarsi anche con le altre figure che concorrono alla realizzazione di un film.

Un supereroe sulla scena – interpreta il ruolo di Hulk nel 2008  -, ma anche nella vita: “Bisogna spingere per andare avanti. Il Carpe diem non è un solo giorno, bensì è un atteggiamento di vita. Non si deve aver paura di gettarsi nel vuoto senza rete“.

L’entusiasmo delle ore appena trascorse ha contagiato lo stesso Ruffalo che non ha potuto fare a meno di ammettere: “E’ vero quello che diceva Francois Truffaut, questo è il festival più necessario”.