carabinieriBlitz dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli che, all’alba, hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Napoli, a 11 persone, finite in manette.

Le persone coinvolte, tra cui imprenditori e amministratori pubblici, sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere e di turbata libertà degli incanti, di corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio, di frode in pubbliche forniture e falsità ideologica commessa da Pubblico Ufficiale, di estorsione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Le persone coinvolte, dunque, perpetrando frodi e corruzioni e promettendo posti di lavoro, hanno ottenuto appalti per la fornitura di pasti nelle scuole, nelle province di Salerno, Avellino e Napoli.

Nel corso di indagini coordinate dalla Procura di Napoli, i militari dell’arma hanno scoperto l’esistenza di un’associazione criminale, facente capo a un imprenditore attivo nella refezione scolastica e che, con la complicità di amministratori, dirigenti pubblici e di altre persone, otteneva l’aggiudicazione di appalti per la fornitura di pasti in scuole delle province di Napoli, Avellino e Salerno.

Coinvolti anche due politici salernitani: l’ex vicesindaco di Maiori, Antonio Romano, professore di Diritto di professione e l‘assessore al ciclo integrato dei rifiuti di Padula, Vincenzo Polito.
Il primo è stato destinatario di un provvedimento di obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia giudiziaria. Il secondo è indagato a piede libero.

L’inchiesta, riporta il Mattino, è partita dalla documentazione sequestrata nel corso di un’operazione che, nel luglio 2013, portò all’esecuzione di misure cautelari nei riguardi di sei persone che avevano attuato gli stessi metodi negli appalti pubblici relativi alla refezione dell’ospedale “Cantalupi” di Capri e di mense scolastiche di altri comuni.

Dalle indagini, coordinate dal Procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, e dai Pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto, è emerso che il cibo servito nelle mense scolastiche al centro dell’inchiesta era di scadente qualità, congelato e scongelato, provocando anche malori in alcuni bambini.