rifiuti_tossici_1_1Vallo di Diano. Dopo che lo Stato ha tolto il segreto alle dichiarazioni del cugino di Sandokan Carmine Schiavone sul riciclo di rifiuti tossici effettuato per mano della Camorra nel Vallo di Diano torna alla mente l’Operazione Chernobyl, un traffico di veleni ,con smaltimento illecito di rifiuti nei terreni agricoli. “Un disastro doloso ambientale dissero  i giudici” Grazie a una denuncia del Codacons è emerso che tali terreni sono concentrati  anche nel Vallo di Diano.

Il processo per l’operazione Chernobyl, che vede 38 persone coinvolte, nei primi mesi del 2012 è  passato da Santa Maria Capua Vetere a Salerno. Da accertamenti e analisi effettuati, sarebbero ben 35 le tipologie di rifiuti che sono state individuate nei terreni dei 4 comuni del Vallo di Diano coinvolti nello sversamento illecito. San Pietro al Tanagro, Sant’Arsenio, Teggiano e San Rufo.

Negli stessi, sarebbero stati sversati rifiuti speciali provenienti, in gran parte, dalle navi attraccate ormeggiate presso il porto di Napoli. E che, dopo essere stati trattati, in assenza di lavorazione o depotenziamento della carica inquinante, sono stati abbandonati su fondi agricoli.

Oltre 40 mila metri quadrati di terreno interessato da veleni di varia natura.

Si va dalle feci animali allo scarto di tessuti vegetali, dai rifiuti tossici provenienti dalla lavorazione della pietra, a soluzioni acquose di varia natura, ancora rifiuti provenienti da lavorazioni edili , fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue, residui di trattamenti delle acque reflue industriali, fanghi provenienti dalle fosse settiche di navi approdate nel porto di Napoli.

La notizia dell’individuazione dei terreni coinvolti nel traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi venuto alla luce nel 2007, ha suscitato non poche preoccupazioni tra gli abitanti del Vallo di Diano.

 In questi anni i terreni confinanti con quelli contaminati sono stati coltivati ed i prodotti della terra sono stati venduti e consumati. A distanza di 6  anni dalla scoperta del traffico, nessuna bonifica è stata fatta. Intanto, tra le 38 persone che furono rinviate a giudizio, 13 sono residenti nella provincia di Salerno, e tra gli altri, vennero incriminati due agricoltori di Teggiano, nel Vallo di Diano (uno dei quali morto nel 2010), per aver accettato di smaltire illegalmente fanghi di depurazione anche provenienti dall’Ucraina nei propri terreni. Traffico illecito di rifiuti speciali, associazione per delinquere, disastro doloso ambientale le accuse per loro. Proprio per la specificità della situazione, , il processo che doveva tenersi a Santa Maria Capua Vetere, venne affidato  al tribunale di Salerno, infatti, i giudici della prima sezione penale del tribunale sammaritano, presidente Orazio Rossi, a latere Francesca Auriemma, accolsero una eccezione presentata dai legali dei 38 imputati, tutti imprenditori, agricoltori e amministratori pubblici. Il tribunale si dichiarò incompetente per territorio, in quanto i reati principali contestati agli imputati sarebbero stati commessi nel territorio Salernitano. Ma anche il territorio casertano è stato cosparso di liquami, quindi come ne usciamo? Che linea di principio si segue?. L’unica da seguire sarebbe quella di tutelare un processo e non di affossarlo. Per questo appare molto inverosimile un passaggio di testimone che potrebbe avere come unico effetto nefasto quello di far chiudere il processo per prescrizione.

Una decisione discutibile perchè l’ondata putrida ha invaso anche la provincia di Caserta e non solo quella di Salerno. Intanto il Codacons Campania si è costituito parte civile. Ora si attendono le date delle udienze, per far luce sulle novecentomila tonnellate di rifiuti interrate in maniera fuorilegge, tra la provincia di Caserta, Salerno, Benevento e Foggia. Purtroppo, il rischio e’ la prescrizione, come il dibattimento nato dall’operazione ‘Cassiopea’, che nel 2003 porto’ alla luce traffici di rifiuti pericolosi tra le industrie del Nord e il Casertano, dove i fusti venivano sotterrati, concluso con il non luogo a procedere per i 95 imputati. Chi ha sbagliato deve pagare con il carcere. Fornire una porta sul retro dalla quale far dileguare un’illegalità è sempre un regalo per i colpevoli (che siano i 38 o che siano altri). Seppellire, insieme a quei rifiuti, anche un incartamento di prove e di controlli chiuderebbe un altro capitolo negativo. L’ennesimo d’Italia.

Antonio Citera

 

 

1 COMMENT

  1. scusate e di montecorvino rovella e i suoi arrestati nell’operazione cernobyl perchè non si parla.azienda cerino il proprietario è stato arrestato in qull operazione

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