contraffazioneRoma. Un’indagine Confcommercio-Format ha messo in luce che un consumatore italiano su quattro compra un prodotto ‘taroccato’. I prodotti illegali maggiormente acquistati dal 25,6% dei consumatori sono borse, cinture, portafogli, occhiali, abiti, giacche, t-shirt, cosmetici, parafarmaci, cibi, gadget elettronici, e perfino elettrodomestici.

L’indagine rivela che il fenomeno, in aumento negli ultimi anni, è più diffuso tra le donne e i giovani, e il Mezzogiorno è l’area più colpita. Accanto ai prodotti taroccati ‘tradizionali’, ci sono fenomeni illegali nuovi, come l’acquisto, il più delle volte in rete, di biglietti per spettacoli per il cinema o per concerti, o titoli di viaggio pirata. Tra i prodotti illegali acquistati nel 2013 al primo posto ci sono i capi di vestiario (41,2%), seguono l’alimentare (28,1%), pelletteria (26,9%) e occhiali (27,6%).

Per oltre il 50% dei consumatori la ragione principale degli acquisti illegali è di natura economica e con la crisi il fenomeno ha subito un incremento. Acquistare prodotti o servizi illegali rischia però di diventare la normalità: il 55,3% dei consumatori ritiene questi acquisti piuttosto normali e, inoltre, utili per chi ha difficoltà economiche, indica la ricerca. In particolare, tra i prodotti comprati in qualche modo ‘fuori dalle regole’ spiccano abbigliamento (41,2%), alimentari e bevande (28,7%), occhiali (26,7%), pelletteria (26,9%), le scarpe e calzature (21%), profumi e i cosmetici (18,1%), farmaci (15,6%) e i prodotti parafarmaceutici (14,9%), spesso acquistati su siti Internet non italiani. Tuttavia la quasi totalità degli acquirenti è consapevole dei rischi: circa l’80% dei consumatori ritiene infatti che l’acquisto di prodotti illegali o contraffatti, o l’utilizzazione di servizi svolti da abusivi, possa comportare rischi per la salute e la sicurezza, rivelandosi di scarsa qualità. Inoltre, il 79% è consapevole del fatto che l’illegalità altera le regole del mercato e penalizza le imprese regolari.

Esiste, secondo l’indagine, anche una quota di ‘inconsapevoli’: il 10,3% dei consumatori si è imbattuto, almeno una volta nella vita, nell’acquisto di un prodotto o di un servizio che successivamente ha scoperto essere illegale o erogato da soggetti non autorizzati, mostrando tuttavia in maggioranza un atteggiamento piuttosto tollerante.