condanna tribunaleLa statistica sui condannati si basa sulla rivelazione annuale dell’Istat presso il Casellario Giudiziale Centrale, della totalità delle condanne con sentenza definitiva emesse dalle Autorità Giudiziarie italiane, per anno di iscrizione al Casellario. Tale rilevazione, iniziata nel 1890, ha assunto la configurazione attuale a partire dal 1996.

Nel Codice Penale i reati sono distinti in “delitti e contravvenzioni, secondo la diversa specie delle pene per essi rispettivamente stabilite da questo codice” (art. 39 c.p.). Le contravvenzioni non vanno dunque confuse con le sanzioni amministrative, che sono erogate da enti pubblici (ad esempio le cosiddette multe, che vengono comminate ai viaggiatori sprovvisto di biglietto su mezzi pubblici di trasporto). L’art. 17 c.p. precisa per i delitti la pena di ergastolo, reclusione o multa, mentre per le contravvenzioni quella di arresto o ammenda. In linea di massima, i delitti sono considerati più gravi e di conseguenza vengono puniti più severamente delle contravvenzioni, ma non mancano eccezioni. Sia nel caso della reclusione che dell’arresto la pena prevede la privazione della libertà del condannato. Per la multa e l’ammenda la differenza è più nominale che di sostanza.

Nel 2011 i condannati per delitto o contravvenzione sono stati 341.3688, pari a 569,4 condannati per 100 mila abitanti. Coloro che sono stati condannati per aver commesso almeno un delitto, nel corso del 2011, sono 238.501 mentre quelli per la sola contravvenzione risultano 103.187.
Tra il 2000 ed il 2011 il fenomeno ha avuto un andamento irregolare: il tasso dei condannati con sentenza irrevocabile per 100.000 abitanti è progressivamente diminuito passando da 630,3 a 569,4 . L’andamento complessivo del fenomeno è attribuibile in gran parte alle condanne nella cui sentenza è presente almeno un reato per delitto: tali condanne rappresentano circa il 70% del totale e sono in diminuzione dal 2000, anno in cui la quota era superiore all’80%.
L’andamento delle condanne per sole contravvenzioni presenta un trend più regolare, crescente dal 2002 con un picco nel 2008; dal 2009 si registra invece un’inversione di tendenza che si conferma nel 2010 e continua nel 2011.
Complessivamente la quota di persone condannate per contravvenzione, negli ultimi 10 anni, ha un andamento diverso rispetto alle condanne con delitto, passando da circa il 20% a circa il 30%. L’aumento del peso delle sentenze con sole contravvenzioni, sul totale delle sentenze, può essere imputabile in parte al fatto che nel periodo considerato il legislatore ha introdotto nel nostro ordinamento nuove norme che hanno sanzionato, maggiormente rispetto al passato, alcuni comportamenti sociali con il ricorso all’uso della contravvenzione.

Nel periodo considerato, l’andamento delle sentenze si verifica in base al genere, all’età e al Paese di origine del condannato. La maggior parte dei condannati, tra il 2000 e il 2011, sono uomini (circa l’85%, dato stabile su tutto il periodo considerato). Nello specifico, nel 2011 il tasso dei condannati per 100.000 abitanti di sesso maschile è pari a 998 mentre quello femminile a 167.
A distanza di 10 anni sono diminuiti i tassi relativi ai più giovani, appartenenti alla classe di età 18-24, e quelli relativi alla popolazione più adulta di 35-54 anni. Si registra invece un incremento del tasso relativo alla classe di età 25-34 sostanzialmente dovuto all’andamento dei tassi maschili. Confrontando il 2000 ed il 2011, il numero dei condannati, tra gli over 55 aumenta sia per gli uomini che le donne.
Inoltre, la maggior parte dei condannati sono nati in Italia (circa il 70%) anche se, dal 2000 al 2011, la quota di condannati nati all’estero è aumentata del 13% circa, passando dal 21,4% del 2000 al 31,5% del 2011.

Per quanto riguarda questi ultimi, i condannati nati all’estero, le prime dieci nazionalità coprono il 70% delle nazionalità complessive. Tra il 2000 ed il 2011 nell prime tre posizioni per Paese di nascita si trovano condannati provenienti da Marocco, Albania ed Ex-Jugoslavia (nel 2000 anche da Algeria). Dal 2003 ad oggi, invece, i condannati di origine romena risalgono la classifica fino a rappresentare il paese con il più alto numero di condannati negli ultimi due anni insieme ai condannati in Marocco ed Albania. Nel tempo, con il mutare delle caratteristiche dell’immigrazione verso il nostro Paese, aumenta la quota di condannati stranieri nati in Cina, India, Bagladesh, Brasile ed Ecuador.
Pur essendo diminuito il numero assoluto dei condannati per delitto tra il 2000 ed il 2011 (-18,6%), è aumentato quello dei condannati nati all’estero (+19,7). Al contrario, il numero assoluto dei condannati per sole contravvenzioni è aumentato e con particolare riguardo per i nati all’estero (+192,8%).

Analizzando esclusivamente i condannati nati in Italia, i tassi maggiori per luogo di nascita si registrano in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna (sostanzialmente superiori a 500 condannati nati nella regione considerata per 100.000 abitanti, in tutto il periodo considerato).

Tra i delitti, i reati più comuni nel 2011 sono stati il furto, la violazione delle leggi in materia di stupefacenti, l’omesso versamento delle ritenute previdenziali, la ricettazione, le lesioni personali volontarie, la violenza, la resistenza o l’oltraggio a pubblico ufficiale, i delitti relativi alle leggi sull’immigrazione, la truffa, la minaccia, la rapina.
Oltre ai delitti più frequenti, sono stati considerati, nelle analisi che seguono, anche alcuni delitti di maggiore emergenza sociale (quali l’omicidio volontario e colposo, la violenza sessuale, lo stalking, il peculato, la corruzione, la concussione, l’associazione di stampo mafioso, l’associazione a delinquere). L’insieme dei delitti considerati rappresentava oltre il 50% di tutti i delitti commessi dai condannati nel 2000, e ne rappresenta quasi il 63% nel 2011.

Rispetto al 2000, diminuisce sia la quota dei furti sul totale dei delitti sentenziati (dal 16,7% all’11,4%) sia quella del contrabbando di merci (dal 2,8% allo 0,2%). La riduzione si osserva in particolare tra gli uomini, per i quali la quota del furto sul totale dei delitti sentenziati passa dal 16,5% al 10,8% e quella del contrabbando dal 3,2% allo 0,2%.
Nel 2011 si nota una flessione del numero di delitti sentenziati in tema di immigrazione, flessione iniziata già nel 2009 probabilmente a seguito del passaggio del reato di immigrazione clandestina da delitto a contravvenzione, introdotto nello stesso 2009.
Tra il 2007 e il 2009 sono aumentati, in particolare per gli uomini, sia le violazioni in materia di stupefacenti e sostanze psicotrope che l’omesso versamento delle ritenute previdenziali e, in misura minore, le lesioni personali volontarie.

Tra i primi 10 delitti sentenziati e iscritti al Casellario nel periodo considerato per le donne si registrano quelli relativi all’invasione di terreni o edifici, l’ingiuria e la falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico; i delitti più frequenti in comune con gli uomini sono invece il furto, l’omesso versamento delle ritenute previdenziali (in aumento anche per le donne dal 2,2% al 12,1%), la truffa (anch’essa in forte aumento per le donne dal 3,3% al 7,3%), e la violazione delle leggi in materia di stupefacenti e sostanze psicotrope, insieme a ricettazione, lesioni personali volontarie e immigrazione.

Considerando la distribuzione dei delitti per età, tra i primi dieci reati commessi da minorenni troviamo la falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri, il danneggiamento e l’estorsione. Nel 2011 (anno di iscrizione al Casellario), la violenza sessuale entra nella classifica dei primi 10 reati commessi da minorenni.

La truffa è sempre nella classifica dei primi 10 reati per i condannati con oltre 34 anni al momento del commesso reato (dal 2005 è presente anche nella classe di età 25-34). Anche l’ingiuria è più frequente per gli ultra 34enni, e sale nella graduatoria nelle prime posizioni per gli ultra 55enni. La rapina invece scompare dalla classifica dei primi 10 delitti commessi dagli over34 anni.

L’omesso versamento di ritenute previdenziali sale in graduatoria fino al primo posto per gli over 55. Per tale classe di età è rilevante anche l’evasione fiscale e contributiva che raggiunge il secondo posto nell’ultimo anno considerato.

La rapina caratterizza le classi di età più giovani fino ai 34 anni. La violazione delle leggi che sanzionano la presenza irregolare degli immigrati interessa le classi di età 18-34 e in misura minore anche la 35-54 (per i più giovani di tale classe). I delitti relativi a uso o detenzione di armi caratterizzano le due classi di età estreme: minorenni e over 55, ma occupano sempre le ultime posizioni della graduatoria.

L’omicidio volontario è più diffuso nelle regioni meridionali e nelle Isole, dove risulta molto frequente negli anni 2002-2005, così come il reato di associazione di stampo mafioso. Si rileva, però, la presenza di un significativo numero di omicidi sentenziati anche nelle regioni del Nord-ovest. L’omicidio colposo è più diffuso nelle regioni del Centro Nord anche se in aumento nel Sud negli ultimi anni.

La ricettazione e il furto sono numericamente più frequenti nelle regioni del Nord-ovest, seguite da quelle del Centro e del Sud, anche se tale variabilità tende ad attenuarsi nel tempo.
I delitti relativi all’immigrazione sono relativamente più frequenti nelle regioni del Nord e in misura minore in quelle del Centro. Uniche eccezioni gli anni compresi tra il 2006 e il 2009 e il 2011 in cui tali reati entrano nella graduatoria dei primi 10 delitti anche per le regioni del Sud.
Prevalgono al Sud anche il reato di invasione di terreni o edifici, il contrabbando di merci oltre che i reati in violazione delle norme sulla istituzione e la disciplina del valore aggiunto.
La riproduzione abusiva di registrazioni fonografiche caratterizza le regioni Centro meridionali fino al 2009, la falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sull’identità o qualità proprie o altrui le regioni del Nord Ovest fino al 2008.

Dal 2001 al 2010 i delitti maggiormente commessi dagli italiani sono sempre furto e violazione delle leggi in materia di stupefacenti e sostanze psicotrope oltre che ricettazione, violenza, resistenza o oltraggio a pubblico ufficiale, lesioni personali volontarie, truffa, rapina e minaccia. I delitti previsti dalle leggi speciali su uso e detenzione di armi sono presenti in tale graduatoria nei primi anni considerati (2001-2003) e ancora nel 2009 .
Nel 2011 per i condannati italiani il reato di omesso versamento delle ritenute previdenziali, arriva a essere il primo dei reati sentenziati.
I delitti in materia di immigrazione sono sempre presenti nella graduatoria dei condannati stranieri, fino a diventare il principale delitto dal 2008 al 2010, mentre questa fattispecie scende in terza posizione nel 2011. Anche per i condannati stranieri nella graduatoria dei primi 10 delitti sono sempre presenti nel periodo considerato furto, violazione delle leggi in materia di stupefacenti, ricettazione, rapina, violenza, lesioni personali volontarie, resistenza o oltraggio a pubblico ufficiale, che in questo caso si traduce soprattutto in resistenza a pubblico ufficiale.

La contravvenzione maggiormente sentenziata nel 2011 è stata la guida sotto l’effetto di alcool o droghe (36,7% del totale delle contravvenzioni). Le contravvenzioni per questo tipo di reato sono passate in dodici anni dal 16,8% al 36,7%. In particolare, esse hanno avuto un notevole aumento a partire dal 2003 fino al 2008, con successiva flessione che ha riportato il dato del 2011 al livello registrato nel 2007 .
Le principali contravvenzioni sentenziate nel periodo considerato sono state, inoltre, le norme relative all’immigrazione , le violazioni in materia di armi, munizioni ed esplodenti (detenzione, porto abusivo), quelle inerenti le disposizioni in campo ambientale, l’inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, la molestia o disturbo alle persone (dal 2002 al 2007), la prevenzione nei confronti delle persone pericolose, il rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale, la violazione delle norme igieniche per la produzione e vendita alimentare, delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali e il disturbo della quiete pubblica. A queste si possono aggiungere le contravvenzioni per omesso versamento delle ritenute previdenziali in forte incremento a partire dal 2006 e quadruplicate nel 2011 rispetto al 2006.
Un’attenzione particolare meritano i reati relativi all’immigrazione, in sostanziale e costante aumento dal 2000, soprattutto per la fattispecie inerente la mancata esibizione del documento di riconoscimento.

La detenzione abusiva di armi è il primo motivo di condanna per i minorenni e rimane comunque nelle prime tre posizioni per tutte le classi di età. La guida sotto l’effetto di alcool o droghe è la prima contravvenzione per le altre classi di età in tutti gli anni considerati. I minorenni sono inoltre sentenziati oltre che per molestia o disturbo alle persone e disturbo della quiete pubblica, anche per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria, o ancora per possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli, per acquisto di cose di dubbia provenienza.
Per i condannati di età 25-34 emergono le contravvenzioni relative alle misure di prevenzione personali (contravvenzione agli obblighi inerenti la sorveglianza speciale) e l’evasione d’imposta (per i primi 2 anni), mentre per quelli con età superiore ai 34 anni le violazioni relative alle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali. Per gli over 54 anni aumenta, nel tempo, il peso della violazione delle disposizioni in campo ambientale così come l’inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità giudiziaria.
Dalla graduatoria delle contravvenzioni comminate in base alla cittadinanza del condannato si evince che sia italiani che stranieri riportano principalmente condanne per guida sotto l’effetto di alcool o droghe e violazione delle leggi in materia di armi, munizioni ed esplodenti (detenzione abusiva).  Dal 2001 per i condannati italiani fa la comparsa in graduatoria anche la violazione delle disposizioni in campo ambientale e il disturbo della quiete pubblica (fatta esclusione per il 2008) e dal 2007 la violazione delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali. Per i cittadini stranieri sono sempre ai primi posti, oltre alla violazione delle leggi in materia di immigrazione, il rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale e l’inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria.

A presentare la durata media maggiore tra la data del commesso reato e quella della sentenza sono i delitti di omicidio volontario, il sequestro di persona a scopo di rapina o estorsione, l’associazione di tipo mafioso: nel 2011 rispettivamente 7, 8 e 9 anni . Le durate minori si registrano per i reati di stalking (dal 2009) e per i delitti concernenti l’immigrazione (rispettivamente 11 e 15 mesi nel 2011). Nel grado di appello aumenta l’attesa per quasi tutti i reati (ad eccezione del sequestro di persona a scopo di estorsione o rapina e ingresso abusivo nel fondo altrui).
Una riduzione dei tempi di attesa tra commesso reato e sentenza si registra per alcuni tipi di reato, quali concussione e corruzione, evasione fiscale e contributiva, sequestro di persona a scopo di rapina o estorsione. Nel 2011 aumentano invece, rispetto al 2000, le durate medie per pervenire alla pronuncia della sentenza per i reati di riciclaggio, associazione di tipo mafioso, reiterazione di emissione di assegni a vuoto, ingresso abusivo nel fondo altrui, impiego di denaro di provenienza illecita e in misura minore anche per l’ingiuria, l’estorsione, la violazione dei sigilli, la violenza sessuale, l’omicidio volontario. Sostanzialmente stabili le altre durate medie.
Tra le contravvenzioni, l’evasione d’imposta sui redditi e sul valore aggiunto, la violazione delle disposizioni per lo smaltimento dei rifiuti industriali e delle norme in materia di edilizia come anche la contravvenzione alle misure di prevenzione personali (contravvenzione agli obblighi inerenti la sorveglianza speciale) presentano le durate maggiori. Nel 2011 vengono comminate condanne con un un tempo medio di 5 anni rispettivamente per l’evasione d’imposta e di 3 anni per le altre contravvenzioni (2 anni per le violazioni in materia di edilizia). Le durate minori si trovano per le contravvenzioni relative all’immigrazione e alla guida sotto l’influenza di alcool o droghe (15 mesi in entrambi i casi nel 2011).

Nell’analizzare la durata della pena comminata, l’analisi fa riferimento non al totale dei singoli reati che eventualmente compongono la sentenza ma solo al reato più grave giudicato nella sentenza in esame.
Relativamente al reato più grave, la percentuale di condannati per delitto che hanno ricevuto solo la multa diminuisce nel tempo, passando da oltre la metà a meno del 20%. Aumenta la percentuale dei condannati per delitto a cui è stata comminata la reclusione, soprattutto per i delitti che prevedono una reclusione di durata tra 1 e 5 anni.
Per quanto riguarda le condanne di delitti che hanno previsto solo la multa come pena complessiva, si tratta maggiormente di sentenze in cui il reato più grave ha riguardato l’ingresso abusivo nel fondo altrui o invasione di terreni o edifici, il contrabbando di merci, la diffamazione, l’ingiuria, la rissa, la vendita di sostanze alimentari non genuine, il danneggiamento, le lesioni personali colpose, la minaccia. Nel tempo è aumentata notevolmente la quota delle sentenze in cui è stata comminata solo la multa, se il reato più grave è stato: lesioni personali volontarie, violazione delle norme in materia di controllo dell’attività edilizia o omesso versamento di ritenute previdenziali.
Aumenta invece, dal 6% del 2000 al 51% del 2011, la percentuale di contravvenzioni la cui sentenza ha previsto solo l’ammenda, mentre diminuisce la percentuale di sentenze analoghe in cui è stato comminata la pena dell’arresto. Nel 2011 è aumentata la percentuale di sentenze con arresto superiore a un mese e inferiore a un anno.

Pene superiori a 10 anni (mediana della distribuzione) per i reati punibili con la reclusione sono state comminate solo nelle sentenze in cui il delitto più grave è l’omicidio volontario o il sequestro di persona a scopo di rapina o estorsione. La maggior parte dei delitti considerati, invece, ha comportato una reclusione inferiore a un anno.
Pene di reclusione mediana tra 1 e 2 anni sono invece più spesso comminate nelle sentenze in cui il delitto più grave è l’impiego di denaro di provenienza illecita, l’usura, il peculato, l’associazione per delinquere, i delitti previsti dalle leggi sull’uso e la detenzione di armi, la corruzione, le violazioni delle leggi in materia di stupefacenti e sostanze psicotrope.

Condanne con pene mediane di reclusione più alte, tra 2 e 5 anni, sono state assegnate in anni recenti in sentenze aventi come reato più grave la concussione, la rapina, l’estorsione, il riciclaggio, la violenza sessuale .
Per quanto riguarda le contravvenzioni per cui sono previsti l’ammenda o l’arresto, in quest’ultimo caso si tratta per lo più di pene che non superano la durata di un mese . Fanno eccezione alcune contravvenzioni quali l’evasione d’imposta sui redditi e sul valore aggiunto, il possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli, la violazione delle misure di prevenzione personale e l’esercizio di giochi d’azzardo per le quali è stato comminato l’arresto di durata tra 3 e 6 mesi.
Aumenta dal 2001 la percentuale di sentenze con contravvenzioni in cui sia stata comminata come pena complessiva solo l’ammenda , e supera il 90% per le contravvenzioni relative a: rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità personale, disturbo della quiete pubblica, lancio pericoloso di cose, turpiloquio, partecipazione a giochi di azzardo, inosservanza delle segnalazioni e norme sulla sicurezza della navigazione, inquinamento di acqua pubblica, violazioni delle norme igieniche per la produzione e commercio di alimenti. La percentuale di condanne che prevedono solo l’ammenda è in aumento per i reati in materia di immigrazione (80% per le sentenze passate in giudicato nel 2011), diminuisce per i reati relativi alle misure di prevenzione personali (sorveglianza speciale), per le violazioni delle disposizioni in campo ambientale e culturale, per l’evasione di imposta sui redditi e il valore aggiunto.