teatro verdiSalerno. Un dicembre all’insegna della grande lirica per il Teatro Municipale Giuseppe Verdi di Salerno. Doppio appuntamento con due grandi classici del melodramma: l’Otello che conclude l’omaggio a Giuseppe Verdi e la Boheme di Giacomo Puccini, una delle opere più amata del pubblico di tutto il mondo e di tutti i tempi.

Si comincia il 6 con l’opera verdiana con la quale si entra nel Decadentismo europeo e ha inoltre Verdi ha l’occasione di ritornare al suo massimo modello drammaturgo da sempre identificato in Shakespeare, attraverso una riduzione librettistica di alto livello quale quella fornita nda un letterato oltre che compositore, della statura di Arrigo Boito.

“E’ sempre molto emozionante potersi confrontare con un grande classico; bastano pochi versi, qualche nota, poche immagini, per rendersi conto del perchè certe storie non smettano di parlare a chiunque ci si trovi davanti. I classici ti obbligano a porti domande: mettono in vibrazione luoghi dell’anima che hanno a che vedere con l’identitá, con le paure, le ossessioni, le speranze.”

Queste le parole di Tiziano Mancini, direttore artistico dello spettacolo, il quale si identifica con una specie di detective che gironzola tra gli anfratti di parole e musica in cerca di indizi, di ragioni, di linee di coerenza che possano orientare una messa in scena. Nella sua mente ha iniziato a lavorare alchemicamente insieme l’idea di un Verdi settantenne e di un Jago nichilista.

“Ho iniziato ad immaginare la possibilitá di comporre un personaggio proprio immaginandolo anziano, di fronte all’inconsistenza e alla disillusione di una vita che non puó piú afferrare e che pertanto decide di rubare e distruggere a chiunque gli stia intorno. La storia guardata dagli occhi deformati di Jago non poteva essere certo raccontata in uno spazio naturalista. Avevo bisogno di raccontare la gabbia di pensieri ed emozioni e di azioni in cui questo gran sabotatore di realtà avrebbe rinchiuso tutti gli altri.”