Sabino SanzaSanza. Un viaggio itinerante, suggestivo e ricco di cultura. “Il Museo della Scuola, Arti e Mestieri della tradizione sanzese”, rievoca tutto questo è molto di più. Voluto dal Comune di Sanza e dall’Università Popolare di Sanza, si è generato grazie alla passione di Sabino Curcio che, da anni, si è prodigato in una ricerca ambiziosa e affascinante, ricostruire le tradizioni, gli usi, i costumi, i mestieri, immergersi nel tempo passato riportando a galla gli oggetti di uso comune dei nostri antenati.

Il museo, sito in Piazza XXIV maggio, inaugurato lo scorso 29 Luglio, è un surrogato di storia. Diviso in tre settori, ripercorre in maniera reale la vita quotidiana di circa cento anni di storia. Dalla casa dei primi del 900 con le sue “comodità”, le sue priorità, la sua intimità, si passa ai mestieri, dal banco del falegname, agli attrezzi del muratore, dal “bancariello” del calzolaio, alla vera essenza contadina dell’epoca, utensili semplici ma meravigliosamente unici che hanno fatto la storia e la tradizione del popolo sanzese. Altro settore ben organizzato e allestito, è quello dedicato alla scuola, nel museo, è riproposta la composizione di un’intera aula con banchi, sedie, cattedra, i registri  e ,addirittura appesi al muro, i manifesti e le cartine che riflettono l’essenza e trasportano il visitatore, quasi magicamente, nei confini del surreale, segnando una linea sottile tra il presente e il passato. Proprio sulla scuola, Sabino Curcio intende soffermarsi, “la mia ambizione – dice – è quella di divulgare la mia ricerca ai giovani studenti delle scuole del comprensorio, il fine – continua – è quello di far capire e, mettere a confronto le varie epoche e i vari modelli di “studio” che il tempo ha plasmato con grazia e semplicità”.

Un appello quello di Sabino che, sicuramente troverà ascolto, vista l’importanza e l’originalità del materiale custodito nel museo. Dal giorno della sua apertura, sono già, più di 1000 i visitatori che hanno varcato la soglia del museo, tra questi, circa il 50% sono venuti dai paesi limitrofi, dalle varie province della Campania e, non solo. Un museo, forse unico in Italia per il suo stile e le sue rarità gelosamente custodite.

“Ho iniziato negli anni 80 – ci dice ancora Sabino – la mia prima conquista è stata una Balilla, da quel momento la passione è generata in vero e proprio amore e, ho cominciato la ricerca della storia e degli oggetti che l’hanno attraversata”. Tutto ciò, Sabino lo dice emozionato, mentre ci apre le porte del suo cuore, e ci mostra un secondo museo non aperto al pubblico. Auto, radio, televisioni, macchine fotografiche, libri, almanacchi, e tanto altro. “Vorrei che tutto ciò che vedi – mi dice – un giorno venisse esposto a tutti, lo spero, ci credo, il mio lavoro, la mia passione deve servire specie ai giovani a capire il significato del passato, la sua semplicità ma, anche la sua ambiziosa metodica, al fine di metterlo a confronto con il presente e, magari creare un futuro migliore”.

Non ci resta che invitare tutti a visitare “Il Museo della Scuola, Arti e Mestieri della tradizione sanzese”.

Articolo e foto di Antonio Citera

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