Oggi 10 febbraio, è il Giorno del Ricordo per le vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano dalmata. Migliaia di morti, centinaia di migliaia di esuli costretti ad abbandonare non solo le proprie terre, ma anche a recidere le proprie radici, quelle della Venezia Giulia e della Dalmazia. Costretti ad abbandonare un territorio non più italiano, ma jugoslavo a seguito del trattato di pace del 1947. Il silenzio su questa triste vicenda durato oltre 50 anni, si è interrotto solo negli anni Novanta e poi con una legge, nel 2004, che istituisce il Giorno del Ricordo, il 10 febbraio.
“10 febbraio. Noi ricordiamo. Ricordiamo le donne e gli uomini che, su ordine del dittatore comunista Tito, furono trucidati, colpevoli solo di essere italiani. A loro e agli esuli della Dalmazia, dell’Istria e della Venezia Giulia il nostro pensiero, perché ogni italiano possa raccontare la tragedia delle Foibe, ne sia testimone e non dimentichi. Per troppi anni, l’Italia ha voluto seppellire quel massacro, cancellandone l’esistenza e la memoria. Noi, invece, vogliamo ricordare, rendere onore e capire. Perché le Foibe non continuino ad essere scomode”. E’ quanto dichiara Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia e componente dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio.
Anche il presidente della Provincia di Salerno, Antonio Iannone, in occasione del Giorno del Ricordo dichiara: “Il 10 Febbraio è la giornata della memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo Giuliano-Dalmata. Una pagina nera della storia nazionale: i comunisti di Tito hanno sterminato migliaia di Italiani gettandoli vivi nelle cavità carsiche. Oltre 350mila persone, inoltre, furono deportate dalla propria terra e sparpagliate su tutto il territorio nazionale nel colpevole silenzio della Democrazia Cristiana e nel disprezzo del Partito Comunista Italiano che li bollava come fascisti. Oggi diciamo tutti insieme: Io ricordo”.