de-luca-640Napoli. Emergono le prime intercettazioni sull’inchiesta che sta agitando Palazzo Santa Lucia e che vede coinvolti il Presidente del Pd della Campania Vincenzo De Luca, il suo ex capo della segreteria politica Nello Mastursi, il giudice del Tribunale civile Anna Scognamiglio e il marito di quest’ultima, l’avvocato Guglielmo Manna, insieme ad altri tre avvocati.

Il contesto è compreso tra luglio e settembre scorsi, quando è in corso una battaglia giuridica sull’applicazione della legge Severino per il neoeletto Governatore della Campania.

Il giudice Anna Scognamiglio, che darà ragione a De Luca, parla spesso del caso con suo marito: Guglielmo Manna, dai dialoghi, appare un manager ambizioso, deciso a ottenere un incarico di prestigio nella sanità regionale.

Nel frattempo, la camera di consiglio sta decidendo in favore del Governatore.

La Scognamiglio scrive al marito: “Abbiamo finito, è fatta” e il consorte è entusiasta: “Credi di essere furba solo tu. Oh, mica sono fesso io? Che sono fesso io?”.

C’è poi un sms che Manna invia allo staff di De Luca: “È andata come previsto” e, pochi giorni dopo, in una telefonata alla moglie, sottolinea di essere “stato chiamato in Regione”, “speriamo bene”.

Per i pm, gli indagati, “abusando della sua qualità e dei poteri decisionali nella suddetta controversia giudiziaria (a proposito della sospensione di De Luca), in concorso con il coniuge Guglielmo Manna e con gli intermediari Giorgio Poziello e Gianfranco Brancaccio, minacciando Vincenzo De Luca, per il tramite di Giuseppe Vetrano (ex coordinatore delle liste a sostegno del medesimo) e di Carmelo Mastursi (capo della segreteria ed assistente del presidente della Regione Campania) di una decisione a lui sfavorevole da parte del Tribunale – condizionata ovviamente dalla posizione della Scognamiglio come giudice relatore – con conseguente perdita della carica ricoperta, inducevano il medesimo a promettere a Guglielmo Manna – sempre per il tramite di Vetrano e Mastursi – la nomina a un importante carica dirigenziale nella sanità campana”.

Il giudice Scognamiglio è stato l’estensore di provvedimenti a favore di De Luca quel 22 luglio e l’11 settembre scorso.

Dal canto suo, la Scognamiglio nega tutto e sottolinea, tramite il suo legale: “Mai chiesto favori con mio marito eravamo separati in casa”. Non conosco assolutamente né De Luca, né Mastursi, né Vetrano con i quali non ho mai avuto contatti di alcun genere, né, quindi, ho loro mai chiesto, né potuto chiedere, alcun favore né per me né per mio marito”.

In base a quanto dichiarato, la convivenza di Anna Scognamiglio con Guglielmo Manna “era solo formale e dovuta alla necessità di salvaguardare l’equilibrio psichico dei nostri due ragazzi; insomma vivevamo da ‘separati in casa’ e ognuno di noi aveva ed ha la sua vita, anche sentimentale, del tutto autonoma”.

Il giudice ha poi proseguito dicendo: “Mai e poi mai avrei compromesso i miei principi morali e la mia professionalità allo scopo di procurargli illeciti vantaggi di carriera”.