SALERNITANA – EMPOLI 1 – 3

Granata, inesistenti a centrocampo, deboli, per non dire, inefficaci sulla linea offensiva, stranamente perforabili in una retroguardia dove Boateng non ha ripetuto la prova di Torino e non ha trovato, sulle fasce, dei compagni in grado di bloccare Cambiaghi, Zurkoski e Maleh.

Tante recriminazioni, enorme dispiacere, ma soprattutto tanta rabbia per aver visto un undici messo sotto dagli uomini allenati da un ex che Sabatini, memore della cavalcata di due anni addietro, in compagnia del tecnico torinese, aveva maturato l’idea di sostituire Inzaghi con l’allenatore esperto di recuperi straordinari, in quanto a salvezze “disperate”.

Ormai le congetture del Direttore Generale si sono infrante in virtù delle scelte di Empoli ( Davide Nicola, otto punti in quattro gare, media da Champion’s, ccn pareggio superlativo contro la Juventus) e Roma (Daniele De Rossi, nove punti con tre vittorie consecutive), e negli anfratti della sala stampa qualche mormorio si ascolta, con lo sfondo di Ribery a gestire la squadra e Colantuono a far da comparsa sulla panchina, insomma un tentativo, secondo alcuni, di stravolgere un destino che l’Empoli sembra aver incanalato nella direzione che nessuno si aspettava prima di questo incontro, per il quale le percentuali di vittoria erano altissime.

L’amarezza regna incontrastata, ma poteva essere una serata diversa? Certo! Giocare con un solo attaccante di ruolo, Dia, sistematicamente accerchiato da una linea difensiva a cinque, e con una linea mediana, a quattro, a ridosso della retroguardia, bloccando in tal modo le fasce laterali e le linee di passaggio, è stato un suicidio, e difatti l’unica volta che il senegalese si è liberato di tre avversari, ha mandato la sfera di pochi centimetri distante dal palo. Sarà stato un caso che dopo pochi minuti dall’ingresso di Weissman sia arrivato il pareggio di quest’ultimo, su cross al bacio di Candreva.

Se agli errori dalla panchina si sommano le leggerezze di Pellegrino, causando prima il rigore trasformato da Niang e poi la ripartenza, con gol, di Cancellieri, non poteva sortire effetto diverso, la partita del dentro (salvezza) o fuori (retrocessione)!